D.O.S.E.

Connessioni senza connessione

“La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti.”

Albert Einstein

Quando si perde l’equilibrio si rischia di cadere e, questo, vale in ogni situazione della vita. Persino la tecnologia, se utilizzata in modo poco equilibrato, può farci inciampare in un terreno scivoloso…

Sappiamo quanto la tecnologia sia importante nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana in generale, ma negli ultimi decenni il suo uso spropositato ha portato molti ricercatori a lanciare campanelli d’allarme.

Dalla Pennsylvania State University arriva il termine “Technoreference”, coniato dal Dottor Brandon T. McDaniel, con cui si intendono tutti i modi e i momenti in cui i dispositivi digitali si intromettono, interrompono e ostacolano la comunicazione, le interazioni e relazioni umane nella vita quotidiana.

Ogni volta che interrompiamo una conversazione per leggere una sfilza di messaggi, ogni volta che ci concentriamo ore sul cellulare invece di ascoltare nostro figlio o di parlare con il nostro compagno o amico stiamo togliendo tempo a noi stessi e alle relazioni autentiche che in un mondo ideale non vorremmo mai trascurare. Togliamo tempo alla nostra vita, quella vera, che sarà sempre al di fuori di uno schermo.

Quando sono nati i primi social, la sensazione dominante era quella di avere in mano un potente strumento di connessione con gli altri. Oggi, il suo utilizzo sproporzionato lo ha trasformato in uno strumento di estraniazione, di allontanamento dalla realtà e dagli altri, un buco nero che promette rapide e brevi scariche di dopamina ad ogni like e la fatua sensazione di potersi rilassare vedendo scorrere davanti agli occhi la “vita” degli altri.

I ricercatori hanno studiato il fenomeno della Technoreference individuando il suo impatto negativo all’interno di tutte le relazioni personali, dall’amicizia alla famiglia fino ai legami di coppia. La povertà di attenzioni e la “presenza” distratta esacerbata dall’attaccamento eccessivo alla tecnologia può generare sentimenti di trascuratezza, mancanza di interesse, insoddisfazione, solitudine. Indebolisce le connessioni emotive frammentando il tempo trascorso insieme in una serie di trailer interrotti da momenti di vuoto.

Negli ultimi anni la ricerca ha inoltre evidenziato come la Technoreference abbia influenzato lo sviluppo emotivo e sociale dei bambini, incrementando l’insorgenza di emozioni spiacevoli e reazioni connesse allo stress. La tecnologia ipnotizza adulti e bambini, riducendo lo spazio per le interazioni, la partecipazione attiva e lo sviluppo della creatività.

Lo studio “Hot stuff: Behavioural and affective thermal responses to digital and non-digital disruptions during early mother-infant interaction”, pubblicato sulla rivista Biological Psychology e realizzato dal Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia e l’Istituto Neurologico Mondino, si è incentrato proprio sugli effetti dell’utilizzo dello smartphone sull’interazione madre-neonato. Lo studio ha invitato a riflettere sull’importanza di un utilizzo consapevole dei dispositivi digitali evidenziando che anche brevi interruzioni dell’interazione causate dall’uso dello smartphone possono influenzare la qualità degli scambi affettivi tra genitore e bambino.

Ma come facciamo ad essere connessi senza connessione? Come possiamo riconoscere la nostra dipendenza dai dispositivi digitali e disintossicarci? Siamo ancora in tempo per creare connessioni profonde e autentiche?

Possiamo imparare a diventarne più consapevoli, a stabilire limiti all’uso della tecnologia per essere più presenti e meno assenti-dipendenti, a filtrare il “rumore” delle influenze esterne facendo tesoro di ciò è veramente importante e lasciare andare ciò che non lo è, possiamo imparare a dare più valore al nostro tempo e alla nostra rete di relazioni, a praticare la presenza consapevole diventando così pienamente presenti e coinvolti nel qui ed ora e nella relazione con l’altro, possiamo persino “fare finta” di non essere immortali e iniziare a pesare il tempo con la bilancia della qualità.

Ogni volta che sentiamo che la tecnologia ci sta sconnettendo dalla vita reale, dalle nostre relazioni… cerchiamo di nuovo la connessione… quella vera, fatta di volti vicini, di persone da abbracciare, di parole da dire e ascoltare, di esperienze condivise e viaggi nella natura, perché non esiste connessione più stabile e duratura di una relazione vissuta pienamente.

 

 

Bibliografia:

  1. McDaniel BT. “Technoference”: Everyday intrusions and interruptions of technology in couple and family relationships. In: Bruess CJ, editor. Family communication in the age of digital and social media. New York: Peter Lang Publishing; 2015.
  2. McDaniel BT, Coyne SM. “Technoference”: The interference of technology in couple relationships and implications for women’s personal and relational well-being. Psychology of Popular Media Culture. 2016a;5:85–98. doi: 10.1037/ppm0000065.
  3. McDaniel, B. T., & Radesky, J. S. (2018). Technoference: Parent Distraction With Technology and Associations With Child Behavior Problems. Child development, 89(1), 100–109.
  4. McDaniel, B. T., & Radesky, J. S. (2018b). Technoference: Longitudinal associations between parent technology use, parenting stress, and child behavior problems. Pediatric research, 84(2), 210-218.
  5. McDaniel, B. T., & Radesky, J. (2018a). Technoference: Parent distraction by technology and associations with child behavior problems. Child Development, 89, 100–109.
  6. Nazzari S, Morgese Zangrandi M, Bottini G, Salvato G, Provenzi L. “Hot stuff”: Behavioural and affective thermal responses to digital and non-digital disruptions during early mother-infant interaction. Biol Psychol. 2025 Mar;196:109027. doi: 10.1016/j.biopsycho.2025.109027.

 

Silvia Iovine


Giornalista – Responsabile Ufficio Stampa D.O.S.E.®

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