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D.O.S.E.® Intervista al giornalista Luciano Ragno

D.O.S.E. Intervista: 4 Domande x 4 Neurotrasmettitori del Benessere
Chi è “la persona D.O.S.E.”? Quali sono i suoi valori e qual è la D.O.S.E. di energia che porta nella propria vita e in quella degli altri? Ogni mese scopriremo insieme come riconoscerla e riconoscersi, ascoltarla e ascoltarsi.

Il Team D.O.S.E. ha intervistato Luciano Ragno, giornalista professionista, prima inviato speciale e poi caporedattore de “Il Messaggero”, autore di inchieste in tutti i continenti su temi scientifici, di cronaca e politica.

*DopaminDomanda*: La Dopamina gioca un ruolo fondamentale nei processi motivazionali. Nel tuo libro “Marozia. La padrona di Roma”, la protagonista è una donna tenace e volitiva vissuta nel Medioevo più buio, figlia dei Conti Tuscolo, è stata per vent’anni la padrona assoluta di Roma. Cosa pensi che ci fosse alla base della sua spinta motivazionale?

L’ambizione. L’ambizione è una grande forza che spinge ad andare avanti, una “molla” che fa partire una persona che vuol vivere il domani non da protagonista, perché non è presuntuosa, ma da comprimario.
Non si arriva a certi traguardi se non c’è l’ambizione di raggiungerli. L’ambizione non è voglia o desiderio di avere qualcosa, ma piuttosto di fare qualcosa. Contiene dentro di sé il concetto di “diventare”. Non è ambizioso paperone che accumula i soldi, è ambiziosa la dottoressa che si imbarca con medici senza frontiere per salvare vite umane.
L’ambizione deve diventare un sogno! La sua realizzazione dipende dalla nostra tenacia e dal sostegno della famiglia e delle persone che ci circondano.

*OssitocinDomanda*: L’ossitocina è l’ormone della relazione, dell’amore. Nel tuo ultimo romanzo “Quegli occhi verde menta”, racconti una grande storia d’amore nata da un profondo sguardo durato solo un attimo. Sei felicemente sposato con tua moglie da 61 anni. Quali sono i 3 segreti per una relazione duratura?

1) Parlare. Dirsi sempre tutto, anche quando può far male. Non dev’essere una confessione, ma una sana forma comunicazione reciproca.
2) Rispettarsi l’un l’altro. Fare grande attenzione all’altra persona e, nei limiti del possibile, dividersi i compiti con fiducia e senso di responsabilità. Vivere la vita insieme con educazione e rispetto, riconoscendosi vicendevolmente ogni singolo sacrificio fatto per il benessere della famiglia.
3) Mantenere se stessi, la propria unicità, anche nel rapporto con l’altro.

*SerotoninDomanda*: La serotonina è il neurotrasmettitore e neurormone del buonumore. Nel libro “Viaggio nell’ipertensione” hai intervistato diversi personaggi pubblici tra cui Giulietta Masina e Aldo Fabrizi. C’è un aneddoto divertente che ricordi di quel periodo?

Nel libro, parlando di ipertensione e donna decisi di intervistare Giulietta Masina. Io conoscevo il marito, Fellini, perché il mio coautore Gianfranco Turchetti era il suo medico personale.
Grazie alle interviste con Giulietta Masina, ho avuto modo di conoscere ancor di più un Fellini che si preoccupava delle piccole malattie, delle piccole cose.
Da ipocondriaco quale era, non si perdeva mai la lettura della mia rubrica di Salute sul Messaggero. La cosa che più mi faceva sorridere era che spesso, piuttosto che sentire un medico, chiamava me per sapere come si curava questa o quella malattia che aveva.

*EndorfinDomanda*: Le endorfine sono note per essere i nostri antidolorifici naturali. Hai scritto il libro “I santuari dell’eterna giovinezza”. Qual è stato il luogo in cui hai riscontrato maggiore attenzione per il benessere non solo esteriore ma anche interiore?

A Quiberon, in Francia.
Quel libro nacque da un’inchiesta sulla bellezza e il benessere commissionata dal direttore Mario Pendinelli. Per un anno e mezzo ho girato i centri benessere di tutto il mondo alla ricerca del “santuario dell’eterna giovinezza”. In tutti i luoghi dove mi sono fermato ho cercato di apprendere non solo le tecniche ma anche la filosofia che c’era dietro al concetto di bellezza e benessere.
Notai che i centri bellezza del Giappone e della Cina si trovavano tutti dopo un ponte, in modo da rendere più evidente l’abbandono delle preoccupazioni della vita quotidiana durante il passaggio. Trovai la filosofia indiana della ricerca della bellezza attraverso l’ayurveda molto interessante… ma il luogo che mi colpì di più si trovava a Quiberon. In quel centro benessere c’era una stanza chiamata “la stanza del silenzio”. Aveva un’enorme vetrata che dava sul mare. Nel silenzio più totale, ad intervalli più o meno regolari, vedevi una giovane coppia camminare sulla spiaggia mano nella mano mentre portava a spasso il cane. A Quiberon, nel grande silenzio, la trovi la bellezza, la vedi. Io quella la chiamavo “la Terapia del Silenzio”. Una persona che entra in un centro simile, sente un miglioramento quasi spirituale. Il benessere aumenta quando ci troviamo davanti alla bellezza del silenzio e di una scena piena d’amore.

 

Intervista a cura di Silvia Iovine
Giornalista – Responsabile Ufficio Stampa D.O.S.E.®

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